L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la richiesta degli Stati Uniti di sospendere la Russia dal Consiglio per i diritti umani. È la terza risoluzione promossa dall’Occidente e approvata dalle Nazioni Unite, ma rispetto alle due precedenti votazioni, questa volta il fronte anti-Putin si è notevolmente ridotto. La risoluzione che condanna l’aggressione ha ricevuto 141 e 140 voti, ma i voti favorevoli sono stati 93. Nelle due precedenti votazioni, solo altri 4 paesi avevano votato con la Russia. La Cina è uno dei tanti stati che si sono uniti alla Siria. Il blocco delle astensioni è passato da 38 a 58 nella votazione di oggi. La risoluzione dell’assemblea generale – tra cui co-sponsor c’è anche l’Italia – chiede di “sospendere il diritto della Russia a far parte” del Consiglio per i diritti umani, esprimendo “grave preoccupazione per la crisi umanitaria in Ucraina, in particolare per la notizia di violazioni e abusi. Ha affermato che la mossa “aggrava le divisioni tra gli Stati membri, aggiunge benzina sul fuoco e non aiuta i colloqui di pace”, e che non è stata redatta in modo aperto e trasparente. Pechino non è stata l’unica a sostenere Mosca. Si sono aggiunti altri 18 paesi che non avevano scelto questa linea nelle votazioni precedenti: Algeria, Bolivia, Burundi, Repubblica Centrafricana, Congo, Cuba, Etiopia, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Mali, Nicaragua, Tagikistan, Uzbekistan, Vietnam e Zimbabwe. L’Afghanistan non ha votato, ma l’Iraq lo ha fatto. Tra i paesi che hanno sempre votato con l’Occidente spiccano Brasile, Egitto e Messico. Il numero dei voti “gialli” è salito a 58 grazie ai contributi degli stati arabi. La sospensione di Mosca dal Consiglio per i diritti umani potrebbe aver influenzato la loro scelta così come quella di altri Paesi. L’ONU ha sospeso Mosca dal Consiglio per i diritti umani a causa della guerra in Ucraina.

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