Full time – Al cento per cento, la corsa contro il tempo di Julie lavoratrice precaria nell’era di Macron.
Ogni mattina al sorgere del sole una donna delle pulizie di mezza età, single, con due figli a carico, che vive in un lontano sobborgo parigino, sa che dovrà correre come una matta per salire su infiniti treni, autobus e metropolitane per raggiungere il luogo . lavorando nel centro di Parigi, altrimenti verrà licenziata. Tempo pieno, ma che traduzione dall’originale è?. Nelle sale italiane dal 31 marzo, grazie a I Wonder, c’è un crogiolo vivo e appassionato di vari frammenti di film intravisti finora sulla globalizzazione del mondo del lavoro e dell’esistenza frenetica. Il film propone il dinamismo performativo dell’attrice e la plasticità registica di Gravel che segue le sue tracce sfreccianti per raggiungere e sul posto di lavoro. Il film di Gravel si è limitato a fare di Laura una sorta di eroe “americano”, e non un “europeo” antieroico, elevando un individualismo anni ’80 che risolve e ripara tutto. Il film funziona come un dio e la reazione dello spettatore alla corsa e agli ostacoli che si presentano sul terreno del personaggio principale è incontrollabile e salutare. Quei fumi lontani degli scioperi che bloccano la città, guardati da Laura con un certo laconico distacco, certificano inevitabilmente che la criticità dello sfruttamento lavorativo, incrociata con una naturale e ricercata realizzazione professionale, non trova?. L’articolo Tempo pieno – Al cento per cento, la corsa di Julie contro il tempo da precaria arriva da Il Fatto Quotidiano.