L’assalto al parlamento e ad altri edifici governativi da parte dei sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro non è stata una sorpresa.

Il clima politico in Brasile è teso da diversi anni, la retorica di Bolsonaro ha ripetutamente evocato la possibilità di azioni violente, e negli ultimi mesi è stato dimostrato che la democrazia brasiliana stava attraversando un momento di vulnerabilità.

Le modalità e gli sviluppi dell’assalto sono stati molto simili all’attacco al Congresso americano del 6 gennaio 2021, compiuto dai sostenitori dell’ex presidente Donald Trump, e alle false accuse di brogli nelle due presidenziali.

Steve Bannon, ex stratega del presidente americano e punto di riferimento dell’estrema destra Usa, è stato uno dei consiglieri che Trump e Bolsonaro si sono avvalsi in tempi diversi.

L’ascesa politica di Jair Bolsonaro, ex capitano dell’esercito e deputato federale per lo stato di Rio de Janeiro, ha radicalizzato l’opposizione politica in Brasile.

L’ultima campagna elettorale condotta dall’ex presidente è stata da lui descritta come una battaglia tra il bene e il diavolo.

Erano continuati i presidi davanti alle caserme e al parlamento dei suoi sostenitori, organizzati sui social, mentre secondo la stampa americana si erano fatti più frequenti gli incontri tra il figlio Eduardo e altri uomini del suo entourage con l’estrema destra americana.

Nelle sue prime dichiarazioni dopo l’insediamento, il nuovo presidente ha promesso di unire la nazione.

Nel caso dell’assalto di domenica, gli eventi sono stati favoriti da un certo spirito di emulazione rispetto all’insurrezione del 2021 al Congresso americano: alcuni media hanno evidenziato anche la presenza di slogan molto simili o addirittura in portoghese e inglese.

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