Sta per partire la prima fase del progetto Bat, ma la multinazionale del tabacco lancia l’allarme: la prosecuzione degli investimenti a Trieste e nel resto del Paese è a rischio se l’Italia aumenta le accise sulle sigarette secondo le modalità annunciate dal governo Meloni.

La linea dell’intervento è stata criticata dall’azienda, così come la seconda fase dello sviluppo a Bagnoli della Rosandra.

L’esecutivo ha deciso di esaminare più da vicino i programmi intrapresi sulla tassazione del tabacco.

L’azienda non comprende la riforma fiscale sulle sigarette tradizionali e sul tabacco riscaldato, che abbassa drasticamente la tassa già prevista sul tabacco riscaldato e parallelamente aumenta quella sulle sigarette.

Le confezioni da 5 euro coprono la metà del mercato e il governo prevede un aumento di 62 centesimi in tre anni, contro i 36 centesimi delle confezioni da 5 euro.50 euro.

C’è stato un aumento annuo del 5% sul tabacco riscaldato e una tassazione uniforme sulle sigarette tradizionali quando sono stati stabiliti gli aumenti delle accise.

“Il Paese è in difficoltà e capiamo la necessità di aumentare le accise”, dice il vicepresidente di Bat Italia.

Il progetto evidenzia Di Paolo si basa sul progetto di governo questione della fattibilità delle nostre attività nel Paese.

Di Paolo esprime preoccupazione per la riforma per la distorsione delle dinamiche di mercato e prevede un impatto negativo sulla filiera tutta italiana su cui Bat continua ad investire da anni.

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